XVIII Domenica del Tempo Ordinario
XVIII Domenica del Tempo Ordinario
3 agisto 2025
Prima Lettura
Questa pagina del Primo Testamento invita a riflettere sui beni di questo mondo. Tanti si sforzano di accumularli, ma sbagliano, perché non durano, tolgono la pace, non si possono portare con sé oltre la morte. Dunque, secondo il Qoèlet, sono 'vuoti'.
Dal libro del Qoèlet
1, 2; 2, 21-23
Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità.
Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!
Meditazione
L’autore del Qoèlet racchiude tutta la vita nella parola vanità, cioè “vuotezza”. Ne facciamo esperienza quando inseguiamo qualche cosa, che consideriamo fonte di felicità in questo mondo, e, una volta raggiunta, ci rendiamo conto che, prima o poi, ci lascia una sensazione di “vuoto”. Gesù è venuto ad offrirci la vita “piena”, quella che non si perde mai e attraversa questa vita e la morte, per fiorire definitivamente nell’eternità.
Seconda Lettura
Paolo, parlando del battesimo, ricorda ai Colossesi che hanno ricevuto una vita nuova, la quale richiede una lotta contro tutto ciò che è legato al peccato ed è simboleggiata dalla veste nuova che ci fa riconoscere somiglianti a Cristo Gesù.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi
3, 1-5. 9-11
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria. Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
Meditazione
Cercare “le cose di lassù” non vuol dire disprezzare le cose di questo mondo: ce ne sono tante di belle e di buone e sono doni del Signore. Ma è necessario rifiutare tutto ciò che viene dal peccato e porta al peccato. I doni del Signore invece nascono dall’amore e portano all’amore per lui e per i fratelli. Così avremo la capacità di gustare in pienezza le cose di questo mondo e anticipare un po’ la vita eterna.
VANGELO
A Gesù viene chiesto di intervenire su una questione di eredità e quindi di beni di questo mondo. Luca, mentre fa capire che non spetta al vangelo dirimere questioni legali, concentra l'attenzione dei credenti sulla radice delle liti: la bramosia di possedere sempre di più. La parabola denuncia non la ricchezza, ma l'egoismo che rende stolti davanti a Dio.
Dal vangelo secondo Luca
12, 13-21
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
COMMENTO
Fratelli in lite per l’eredità. Uno dei due pensa di rivolgersi a Gesù per ottenere quello che gli spetta. Era normale rivolgersi ai rabbini per dirimere questioni legali, ma Gesù, piuttosto bruscamente, prende le distanze. Luca sta dicendo molto chiaramente che Gesù (e anche la Chiesa!) non si intromette in questioni che ricadono sotto la legge. Non vuole essere giudice di questioni civili, ma conserva la libertà profetica di denunciare le leggi ingiuste.
In questo caso, però, Gesù coglie l'occasione per lanciare un ammonimento molto deciso e chiaro: la brama delle ricchezze è fonte di tanti mali, divisioni e guerre tra i fratelli, ma soprattutto non assicura nulla delle cose veramente importanti in questa vita e nell’altra. La parabola che racconta, per spiegare questo principio, è molto dura e certamente spaventa anche un po’.
Un possidente. Raccolto straordinario. Molte ricchezze a disposizione. Cosa ne fa? Non ringrazia Dio e non si ricorda dei fratelli. Pensa solo a sé e si fa un programma di vita da puro egoista: divèrtiti. Il Signore lo definisce stolto, perché non guarda a tutta la realtà e non tiene conto che questa vita può finire da un momento all’altro e lasciare l’amaro in bocca, perché le ricchezze accumulate finiranno nelle mani di altri.
La chiusa della parabola stabilisce due differenti ricchezze: quelle per sé e quelle di cui Dio diventa il custode. Le une si perdono, le altre si ritrovano nella vita eterna. Ma da cosa sono costituite le ricchezze presso Dio? Luca lo spiega in molti modi in tutto il suo vangelo: la fede in Dio e nella sua provvidenza, la riconoscenza per i doni ricevuti, la condivisione con i fratelli che sono nel bisogno. Egli non demonizza la ricchezza, solo spiega che il Padre vuole che i suoi figli si aiutino a vicenda e non sopporta gli egoisti che non sanno guardare al fratello bisognoso.
SPUNTI PER L'ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
- Quante famiglie divise o in guerra a causa di una eredità! Spesso la legge civile non basta a risolvere le contese. Se nessuno sa rinunciare anche solo a parte del proprio diritto, l'amore fraterno muore e a volte non risuscita.
- Può sembrare strano che chi ha molte ricchezze facilmente alimenta il proprio egoismo. Il vangelo indica la strada della vera felicità per i ricchi: aiutare i poveri. Non sono pochi quelli che l'hanno sperimentata.
- La vera eredità è l'amore, perché esso non si divide ma si moltiplica, non va mai perduto e apre le porte della vita eterna.
- I rimproveri di Dio non sono mai fatti per deprimere o condannare, ma per risvegliare l'intelligenza spirituale, che molte volte abbiamo colpevolmente addormentata.
PROPOSTA DI IMPEGNO
Condividere con qualche bisognoso una nostra ricchezza, materiale o spirituale.