III Domenica di Avvento - Domenica Gaudete

III Domenica di Avvento - Domenica Gaudete

PRIMA LETTURA

Nei suoi oracoli il profeta Sofonìa ha denunciato i peccati del popolo e ha minacciato terribili castighi, ma la conclusione del libro è sorprendente: Dio non punirà il suo popolo, ma lo rinnoverà con il suo amore che perdona. La vittoria di Dio non è nel castigo, ma nel perdono.


Dal libro del profeta Sofonìa 3,14-18

Rallègrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!

Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d’Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia».


Meditazione

Molte volte ci hanno presentato un Dio che si lascia prendere dall’ira e non solo minaccia, ma manda castighi sui peccatori. Già nel Primo Testamento i profeti avevano compreso la grande misericordia del Signore e Gesù ci presenta un Dio che è Padre, che perdona sempre, anzi si muove verso i peccatori per conquistarli con il suo perdono infinito.


SECONDA LETTURA

Paolo e la comunità di Filippi attraversano diverse difficoltà, ma la loro fede è salda. Per questo l'apostolo invita tutti a non farsi rattristare dagli avvenimenti, ma a gioire e dà due motivi: il Signore è vicino e interviene per salvare; Dio ascolta la preghiera dei suoi figli e dona loro la pace.


Dalla prima lettera di san Paolo apostolo agli Filippesi 4,4-7

Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.


Meditazione

Quante volte abbiamo chiesto al Signore una vita più serena e tranquilla? Ma egli non ci lascia tranquilli, vuole vederci felici e salvi per l’eternità. Per questo ci viene incontro in ogni modo e ci dona la sua pace e la sua gioia, che non è assenza di preoccupazioni e sofferenze, ma certezza dell’amore di un Padre che è al nostro fianco, non ci lascia mai soli, e ci dà la forza per attraversare tutta la vita e anche la morte e giungere nella sua casa, per partecipare al banchetto della vita eterna con Maria e tutti i santi.


VANGELO

Giovanni sa che la sua missione è preparare il popolo alla venuta del Messia e ci tiene a richiedere una vera conversione, concreta e possibile. Le sue risposte alla domanda, “cosa dobbiamo fare”, indirizzano alla condivisione dei beni e al rispetto del fratello più debole con il rifiuto di ogni violenza. Il Messia porterà la salvezza piena e la vita nuova, incentrata nell'amore.


Dal vangelo secondo Luca 3,10-18

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».

Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».

Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

COMMENTO

Quello che succede nella piccola e povera casa di Nazaret parte da molto lontano. Già nel racconto del primo peccato, la Genesi regala ai credenti il cosiddetto 'protovangelo', la bella notizia della vittoria, che la stirpe, nata da Adamo ed Eva, in guerra permanente con il tentatore, otterrà grazie al Messia. Così nella Sacra Scrittura mai il peccato ha l'ultima parola, la quale appartiene a Dio ed è parola di perdono e di salvezza.

L'inno di benedizione della lettera agli Efesini accenna al peccato solo per dire che è stato perdonato, mentre mostra in tutto il suo splendore l'opera compiuta da Dio, per rendere i suoi figli immacolati, santi ed eredi della vita eterna. Maria è il vertice di questa opera divina, realizzata da Cristo. 

Con l’annunciazione entra nella storia la pienezza del dono di Dio: in Cristo, fatto carne come noi, Dio e uomo diventano una cosa sola.

Solo il Signore può realizzare questo inconcepibile e impossibile evento e per questo ha bisogno di una vergine, cioè di una donna libera di appartenere totalmente a Dio e che non ha mai avuto rapporti con un uomo. Deve essere chiaro che la nascita del Messia è opera impossibile all’uomo, per questo tutta di Dio; egli alla vergine chiede solo fiducia e obbedienza libera e filiale. Maria non è chiamata a ‘fare’ qualcosa, ma solo a fidarsi e dire sì.

È naturale che, di fronte all’impossibile e all’inconcepibile, Maria si chieda come possa realizzarsi un tale mistero: lei non conosce uomo, il che significa non solo che ancora non convive con Giuseppe, ma che si rende conto che nessun uomo può essere in grado di realizzare ciò che l’angelo le sta annunciando. Gabriele conferma e risolve il suo dubbio con una risposta chiara e misteriosa allo stesso tempo: sarà Dio stesso a operare in lei ciò che all’uomo è impossibile.

Dio ha detto sì all’umanità, che senza parole chiede di vedere lui e di essere salvata. Maria, con il suo 'sì' diventa il vertice dell’umanità, che in lei apre la porta a Dio per un abbraccio fecondo, salvifico ed eterno.

Il nostro mondo ha bisogno anche oggi di salvezza, la invoca con la sofferenza di tanti deboli e poveri, che non hanno voce per gridare ed essere ascoltati. I governanti difendono gli interessi delle persone e delle nazioni ricche e potenti, così il peccato continua a dilagare nel mondo e porta i suoi frutti di morte. Maria, piccola donna, ha messo la sua vita nelle mani di Dio per la salvezza dell'umanità. Non saranno i potenti a portare salvezza nel nostro mondo, ma i piccoli, gli umili e i poveri, come Maria.


SPUNTI PER LA MEDITAZIONE E LA PREGHIERA 

  1. Maria, quando ha conosciuto la propria missione, è rimasta turbata, ma non si è spaventata né esaltata, ha semplicemente detto 'sì'. Anche noi, quando Dio ci chiama, possiamo avere qualche difficoltà, il sì della fede ci rende liberi e collaboratori di Dio.
  2. Certamente, quando ha accettato di essere la madre di Gesù, Maria non aveva chiare tutte le conseguenze del suo 'sì', si è fidata e si è affidata. Anche lei, giorno dopo giorno, è cresciuta nella fede, fino al Calvario e al mattino di Pasqua.
  3. Maria ha raggiunto la piena chiarezza della propria missione, quando Gesù, stando sulla croce, l'ha resa madre di tutti. Ella non ha fatto un passo indietro, ma, mentre offriva il suo unico figlio al Padre, accettava di allargare il suo amore materno all'umanità intera.
  4. Avere Maria come madre è per noi un dono da scoprire giorno per giorno. Sapere che ci è vicina ci facilita la lotta contro il peccato e ci fa gustare la gioia che viene dalla comunione con Dio e con i fratelli.

PROPOSTA DI IMPEGNO

Chiediamo a Maria l'aiuto per vincere contro una tentazione ricorrente.


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